IL MONASTERIUM S. MARTINI
Nel 1057 il vescovo Martino istituì il monasterium S. Martini situm Casa Nova, al quale unì la chiesa di S. Mercuriale di Pistoia. Il monastero in loco Casanova è ancora citato il 9 luglio 1148 quando l’abate Guido acquistò dei beni a Campione sull’ Arno, ma nel 1166, in una seconda cartula venditionis di beni a Campione, lo stesso Guido è detto abate badie S. Martini que est edificata in loco qui dicitur Campo (ibidem, 38).
LA ECCLESIA S. MARTINI DE CAMPO
Attorno al 1179 la ecclesia S. Martini de campo si identifica con il confine meridionale del districtus pistoiese. Nel secolo XIII la zona intorno all’abbazia costituiva una frazione del comune di carmignano, con cinque ``fuochi``, ma il monastero, per la giurisdizione religiosa, era compreso nel plebato di Artimino.
LE PRIME VISITE PASTORALI
Ai monaci era affidata la cura d’anime; cfr. il breve dato in Avignone da benedetto XII per i parrocchiani di S. Martino in Campo. Il monastero è registrato nelle visite pastorali a partire da quella del vescovo franchi (visita 1383, c. 112). Nella visita 1535 è indicato come abbattia S. Martini in Campo Ordinis S. Agostani: si deve quindi respingere la tesi dell’appartenenza all’Ordine Vallombrosano sostenuta da alcuni autori (Beani, Lucchesi).
LA FAMIGLIA FRESCOBALDI
Soppresso il monastero, i beni furono dati in commenda alla famiglia Frescobaldi di Firenze, alla quale, ancora alla fine del seicento, spettava il patronato sulla chiesa che mantenne le funzioni parrocchiali con un sacerdote secolare. La chiesa romanica, modificata varie volte nel corso del Medioevo e restaurata nel 1951, mantiene ancora buona parte dei caratteri originari.